La perdita uditiva



Tecnicamente si definisce ipoacusia, e consiste nella diminuzione della capacità uditiva conseguente a un danno di una o più parti del sistema uditivo: può interessare un solo orecchio (ipoacusia monolaterale) o tutte e due (ipoacusia bilaterale). Ad esclusione dei casi di sordità improvvisa o traumatica è un processo lento e progressivo.

Nella vita di tutti i giorni può significare semplicemente non sentire il campanello della porta o il telefono che squilla. Oppure non sentire il nipotino che ci chiama o ci sussurra qualcosa alle orecchie. Oppure ancora la moglie o il marito che ci chiamano dall'altra stanza. O magari perdersi qualche informazione importante durante una riunione di lavoro o qualche spassosa battuta durante una cena tra amici.

Insomma significa peggiorare la qualità della vita e non essere in grado di godersi fino in fondo ogni momento di condivisione sociale.

È grazie all’udito che possiamo partecipare in modo completo a tutto ciò che accade intorno a noi e condividere le emozioni più belle con la famiglia e gli amici. E il modo migliore per mantenerlo in salute è imparare a conoscerlo, per adottare uno stile di vita sano che possa contribuire a preservarlo. Una corretta igiene delle orecchie, un ridotto consumo di alcol e fumo, l’utilizzo di protezioni acustiche specifiche quali cuffie e tappi specifici nelle situazioni che possono nuocere all'orecchio: sono tutti comportamenti di buon senso che possono aiutare a mantenere sano l'udito.

Tuttavia talvolta può non essere sufficiente: diventa allora fondamentale rivolgersi ad uno specialista dell'udito per sottoporsi ad un controllo, valutarne lo stato di salute ed intervenire precocemente qualora necessario. 

Un controllo dell'udito diventa il primo gesto utile per la prevenzione.

Spesso la diminuzione dell'udito è associata all’avanzamento dell’età, in seguito ad un naturale e fisiologico invecchiamento del sistema uditivo. Si parla in questo caso di presbiacusia. Tipicamente è un problema che interessa più o meno tutti a partire dai 50 anni d’età circa, con un decorso solitamente lento e con i primi sintomi in una scarsa percezione delle frequenze più elevate con conseguente difficoltà di comprensione soprattutto nei luoghi rumorosi.
L'unica terapia per la presbiacusia consiste nell’utilizzo di moderni apparecchi acustici.

Diversi altri fattori, però, possono influenzare la buona salute dell’udito.
Per esempio il rumore: l'esposizione prolungata ad alte intensità sonore oppure a suoni di breve durata ma di forte intensità (come, per esempio, lo scoppio di un petardo vicino ad un orecchio) provoca danni alle cellule ciliate presenti nella coclea provocando così un danno uditivo. Tra le categorie di soggetti più a rischio per questo tipo di ipoacusia ci sono ovviamente i lavoratori di determinati settori industriali sottoposti quotidianamente ai forti rumori emessi dai macchinari con i quali lavorano. È fondamentale in questi casi l’utilizzo di protezioni acustiche adeguate quali otoprotettori (tappi) su misura. Per informazioni potete contattarci: sapremo indicarvi le soluzioni migliori certificate presenti sul mercato.

Tra le patologie più diffuse a carico dell'orecchio esterno che provocano un riduzione di udito rientra certamente l'occlusione parziale o totale del condotto uditivo provocata dall'accumulo di cerume (tappo di cerume) oppure da un ammasso di squame epidermiche provocato da una dermatite (tappo epidermico). La semplice rimozione del tappo in questi casi è solitamente risolutiva.

Un'altra possibile causa di abbassamento dell'udito è l'insorgere di infezioni del condotto uditivo causata da batteri. Anche la semplice acqua nelle orecchie, che si infiltra a seguito di un bagno o di un’immersione, può causare la proliferazione di batteri che provocano infiammazioni e perdita dell’udito. La cosiddetta otite del nuotatore si manifesta proprio tramite udito ovattato, oltre che prurito, dolori interni all’orecchio, gonfiore e pelle arrossata. Anche in questo caso la prevenzione attraverso appositi tappi di protezione alle orecchie è molto efficace. La terapie per le infezioni dell'orecchio esterno prevedono il ricorso a specifica detersione delle zone infette e alla somministrazione di farmaci antidolorifici, antinfiammatori ed eventualmente antibiotici locali.

Anche il funzionamento dell’orecchio medio può essere compromesso da specifiche infezioni interne o infiammazioni: si parla in questo caso di otite media. I suoi sintomi più comuni sono dolore pulsante alle orecchie, febbre e, appunto, ipoacusia.
Talvolta nella cassa timpanica si accumula muco, o pus in caso di infezione batterica, e fatica a defluire attraverso la tuba di Eustachio in quanto ostruita dall'infiammazione o dall'ingrossamento delle adenoidi. Tale accumulo provoca una significativa riduzione dell'udito e talvolta anche una perforazione della membrana timpanica attraverso la quale trova una via d'uscita. La cura alle otiti medie consiste prevalentemente nell'assunzione di antidolorifici e spesso antibiotici.

Un'altra patologia che interessa l'orecchio medio è l'otosclerosi: consiste in una malattia dell'osso della capsula otica che causa un anomalo accumulo di osso neoformato a livello della finestra ovale, riducendo fortemente la mobilità della staffa e quindi di tutta la catena ossiculare. Ne risulta una sordità progressiva accompagnata spesso da acufeni e vertigini. Una protesi acustica può migliorare la capacità uditiva. In alternativa l’intervento chirurgico che consiste nell'asportazione parziale o totale della staffa e nella sua sostituzione con una protesi.

Vi sono poi infezioni che colpiscono il buon funzionamento dell'orecchio interno: per esempio virus quali la rosolia o la scarlattina o batteri quali il meningococco possono determinare danni permanenti all'udito.
Diversi farmaci di largo uso presentano un grado di ototossicità variabile e possono essere dannosi per l’udito: tra questi ad esempio farmaci antisettici, antidolorifici, quelli contro lo scompenso cardiaco e l’ipertensione, ma, soprattutto, alcune terapie a base di antibiotici aminoglicosidici, antinfiammatori, diuretici ed alcuni farmaci antitumorali. L'uso di tale farmaci ototossici può causare un danno temporaneo o permanente alle strutture dell'orecchio interno.

Normalmente i tipi di sordità legati all’orecchio interno non hanno soluzioni farmacologiche o chirurgiche e per rimediare alle difficoltà uditive l’unico mezzo è ricorrere all’uso degli apparecchi acustici.

Alla base di una perdita uditiva monolaterale può esserci anche un neurinoma del nervo acustico. Si tratta di un tumore benigno che interessa l'ottavo nervo cranico, il quale è formato da due rami: il ramo cocleare, fondamentale per l'udito, e il ramo vestibolare, fondamentale per il mantenimento dell'equilibrio. Il neurinoma dell'acustico non è quasi mai asintomatico e i sintomi variano in base alle dimensioni del tumore e all'eventuale compressione delle strutture nervose circostanti. Nel caso in cui il tumore risulti comprimere il nervo uditivo, i pazienti lamentano un abbassamento monolaterale delle capacità uditive di grado variabile e ingravescente.

Scopri come prenderti cura del tuo orecchio e come intervenire precocemente in caso di riduzione della tua capacità uditiva: contatta i professionisti di Acustica Latini che sapranno certamente suggerirti le opportune azioni da intraprendere.

esempio decibel emessi

Le perdite uditive vengono classificate in modo diverso a seconda che la parte colpita si trovi nell'orecchio esterno o medio oppure nell'orecchio interno.

Nello specifico quando il problema si manifesta alle strutture trasmissive del suono, cioè a livello dell'orecchio esterno e/o dell'orecchio medio si parla di ipoacusia trasmissiva o di conduzione. Può essere curata con terapie medico-chirurgiche mirate a rimuoverne le cause determinanti (estrazione per il tappo di cerume o per il corpo estraneo, farmaci per le otiti, intervento chirurgico per l’otosclerosi...). Oppure ricorrendo all'uso di apparecchi acustici.

Quando la diminuzione delle capacità uditive è determinata da un danno all’orecchio interno, quindi alla parte deputata alla conversione delle vibrazioni meccaniche in impulsi nervosi e alla loro successiva trasmissione, si parla di ipoacusia neurosensoriale o percettiva. Se il danno è a livello della coclea si definisce cocleare, se a livello del nervo acustico si definisce retrococleare. L’ipoacusia neurosensoriale è solitamente più grave di quella trasmissiva e, generalmente non risolvibile con una cura farmacologica e/o chirurgica ad eccezione dei rari casi di sordità improvvisa in cui l'immediata terapia con cortisonici, diuretici e ossigenoterapia iperbarica può portare ad una regressione dell’ipoacusia.
L'ipoacusia neurosensoriale può molto spesso essere trattata ricorrendo all'uso di apparecchi acustici.

Se la diminuzione della capacità uditiva è determinata sia da un problema all'orecchio esterno o medio, sia all'orecchio interno allora si parla di ipoacusia mista.

Esiste poi un'altra forma di sordità, detta centrale, dove il danno interessa le vie uditive centrali al di sopra del nervo acustico, a livello del tronco encefalico o delle strutture ad esso superiori. Il suono, in questo caso, può anche raggiungere in modo integro il cervello, ma da esso non viene elaborato in modo corretto causando estrema difficoltà nella discriminazione verbale.

A seconda dell'epoca di insorgenza la sordità viene anche classificata in congenita, ossia presente già alla nascita, o acquisita, ossia manifestatasi dopo la nascita a seguito dell'influenza di fattori esterni quali malattia, condizioni patologiche o lesioni.
Il 50% circa di tutti i casi di ipoacusia congenita è dovuto a fattori genetici, mentre le altre cause non ereditarie includono malattie, infezioni prenatali e condizioni verificatesi al momento della nascita.

Contatta i professionisti di Acustica Latini che sapranno certamente indicarti i passi più opportuni da compiere per verificare la tipologia della tua perdita uditiva e, conseguentemente, i rimedi più idonei da porre in atto.

ipoacusia centrale

Si parla di ipoacusia monolaterale quando l'abbassamento dell’udito interessa un solo orecchio e di ipoacusia bilaterale quando interessa entrambi gli orecchi.

L'ipoacusia può essere simmetrica, cioè presentare lo stesso grado di perdita sulle stesse frequenze. Oppure asimmetrica quando la sordità non è uguale per tutte e due le orecchie, sia perché può essere di grado diverso, sia per configurazione diversa, cioè si ha la perdita di alcune frequenze in un orecchio e altre frequenze nell’altro.
La presenza di asimmetria è indice di possibile sovrapposizione ad un orecchio di patologie di vario genere per le quali è certamente buona norma sottoporsi ad un supplemento di indagine specialistica per indagarne le possibili cause.

Ad esclusione dei casi di sordità improvvisa o traumatica, la perdita uditiva è un processo lento e progressivo. Il grado della perdita è misurato in decibel (dB), facendo riferimento a quanto devono essere forti i suoni per essere percepiti. Effettuando un controllo audiometrico, in base ai risultati ottenuti la perdita uditiva può essere classificata in una tra le seguenti situazioni (classificazione del Bureau International d’Audiophonologie):

Normoacusia (fino a 20 dB HL di perdita uditiva)

Perdita Lieve (da 20 a 40 dB HL di perdita uditiva)

Perdita Media (da 40 a 70 dB HL di perdita uditiva)

Perdita Grave (da 70 a 90 dB HL di perdita uditiva)

Perdita Profonda (oltre i 90 dB HL di perdita uditiva)

Nel calcolo si tiene conto della media tra la i valori misurati sulle frequenze 500 Hz, 1000 Hz e 2000 Hz.
Fino a 20 dB si è quindi in assenza di sintomi percepibili di perdita dell'udito.
In caso invece di perdita lieve già diventano di faticosa comprensione le conversazioni a bassa voce o le situazioni con un sottofondo di rumore.
Quando c'è una perdita dell'udito media è necessario tenere radio e televisione ad un volume decisamente più alto.
Con una perdita si hanno grosse difficoltà nel dialogo e nelle conversazioni di gruppo e la comprensione è impossibile senza ricorrere all'amplificazione degli apparecchi acustici.
Infine con una perdita d'udito profonda è molto difficile, se non impossibile, sentire e capire il parlato e anche molti suoni amplificati.

Vi sono anche casi in cui si presenta una perdita uditiva completa che interessa un solo orecchio: si parla di anacusia. Può essere presente fin dalla nascita oppure essere acquisita durante la vita a seguito di un evento traumatico, infiammatorio o altro oppure per la presenza di un neurinoma dell’acustico. La riabilitazione con l'utilizzo di apparecchi acustici in configurazione Cros/Bicros, l'impianto a conduzione ossea o l'impianto cocleare sono le possibili soluzioni a tale problematica.
Per cofosi invece si intende la perdita completa e bilaterale della funzione uditiva. In questo caso il soggetto interessato manifesta una assenza di percezione uditiva anche a stimolazioni portate fino all’intensità di 120 dB HL. In sostanza non esistono residui uditivi per entrambi gli orecchi e possibili soluzioni vanno ricercate al di là del ricorso alle tradizionali protesi acustiche, in questo caso del tutto inutili.

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perdita uditiva in decibel

Se l'udito è compromesso o addirittura assente, alla persona non solo vengono a mancare delle informazioni: piuttosto si configura una situazione più complessa che varia in funzione dell'entità della perdita, della sede e delle cause della lesione, ma soprattutto del momento temporale in cui si è manifestata. Si parla di deprivazione uditiva per indicare l'assenza di qualcosa di necessario, proprio per sottolineare che l'informazione veicolata dall'udito è una cosa naturale, irrinunciabile e fondamentale.
E' una considerazione valida per tutte le età ma, come ben si può immaginare, a maggior ragione parlando di sordità infantile. La deprivazione uditiva in un bambino porta inevitabilmente ad una riduzione significativa della presenza di stimoli uditivi e quindi a un non corretto sviluppo delle vie centrali uditive. La maturazione del sistema uditivo centrale dura fino ai 10-12 anni ma esiste un periodo compreso tra la nascita e i 5 anni di maggior rilevanza nel quale, se non avviene la stimolazione uditiva, le alterazioni neuroanatomiche sono irreversibili (Manrique, 1999).

Già nel neonato, tra le prime funzioni uditive, la localizzazione è fondamentale, dato che rappresenta la capacità di individuare da dove proviene un suono: reagisce muovendosi o aprendo gli occhi all'ascolto di un forte rumore e tende a sobbalzare. Se il neonato o bambino non reagisce in modo corretto ai suoni, scatta un primo campanello di allarme sull’apparato acustico.
Crescendo poi, nel caso di ipoacusia, il bambino potrebbe incontrare diverse difficoltà, in termini di sviluppo della comunicazione e del linguaggio, nell'ascolto della musica e nella comprensione delle lezioni scolastiche.

Fortunatamente la sordità infantile viene ormai diagnosticata tramite lo screening neonatale, che viene eseguito al secondo giorno di vita del neonato e permette di suddividere la popolazione in due gruppi: i bambini sani e bambini con sospetta sordità. Per questi ultimi è indispensabile procedere agli esami di approfondimento per capire l’entità della perdita di udito e impostare la terapia.
Le perdite uditive nei bambini costituiscono un ostacolo ma non insormontabile, dato che intervenendo precocemente si riesce a facilitare lo sviluppo delle loro attività linguistiche e di comunicazione. Studi nazionali ed internazionali mostrano come una precoce identificazione dei bambini con sordità prelinguale, associata a tempestive forme di terapia e protesizzazione entro i primi tre/sei mesi di vita può concorrere in misura significativa al raggiungimento di un livello di comprensione del linguaggio soddisfacente e di una buona capacità di articolazione del parlato.

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La sordità infantile

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